addio[1]

“Solitudine”

 

 

“Solitudine”

 

 

A passo lento..

  percorri i pochi metri  che  ti separano da quell’auto

salutando i pochi ancora rimasti amici

scompari..Scompari

lasciando un cuore spezzato

Scompari portando nella griffata valigia

tristezza…occhi lucidirimpianti

Ti aspetta la nebbia..invadente..invasiva

Ti aspetta..la solitudine del cuore

Ti aspettano i giorni..che non volevi più!!

                                                                  Cri

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“Il Giorno”

 

 

 “Il Giorno”

 

Scorre veloce l’acqua che fu d’argento

trascina con se detriti..

che la foce  vomiterà nel mare sempre meno blu.

Guardi quella corrente..giu’ da quell’antico ponte

Gli occhi fermi.. occhi velati da lacrime amare..

amare come il fiele..che sbuzza dai pori..

di quel corpo che non risponde più..

agli stimoli di ormoni scatenati

Ha trovato l’oblio..

il tuo corpo tanto amato

adesso corre in quell’acqua..

fredda e putrida

va verso quella foce.. va verso quel mare

che adesso..lo vomitera’….!!

 

                                               Cri

 

 

 

 

 

tre

” La Stazione”


Monet's 'Le Train dans la Neige' 
” La Stazione” 

Cieli di nebbia fumosa affondano nella stazione
Li guardo e li respiro
Con quell’aria secca e collosa di salmastro
Che mi aggroviglia i pensieri

Non ci sono treni sui binari
Niente partenze
Niente arrivi
Nessuno ad aspettare

Ci sono solo io che guardo i sassi aguzzi
Che spuntano in mezzo alle rotaie arrugginite
Insieme a qualche mozzicone di sigaretta ucciso dal tempo che scorre

Insieme a fogli di carta sporca,
a bottiglie vuote di sogni
a binari morti da decenni e lasciati lì da una memoria costante

poco lontano c’è il mare
ci sono le conchiglie per sentirne il rumore
c’è la sabbia tagliente e la sua mano ancora vicina
ne avverto il calore

intorno ancora nebbia mista a salmastro
nessun fischio del treno
nessuno ad aspettare
nessun arrivo
solo il tempo che scorre senza che io l’avverta
nel silenzio di una stazione dimenticata dal mondo

Non serve girare lo sguardo
Schiudere le palpebre e provare a voltarsi di nuovo
Avvicinare l’orecchio all’asfalto per ascoltare stridere il mondo
Appoggiare la mano sui binari per sentire il calore del ferro veloce

C’è solo il freddo di una panca di pietra
E davanti a me solo ricordi.

Simona

 

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“Tempesta”

 

 

 

 

“Tempesta”

 

Giornata di pioggia 

 con il vento impetuoso che sradica dalla terra vecchia 

poveri alberi morti senza piu foglie

Solo rami stroncati e secchi alberi senza piu’ vita

Spazza nella sua corsa ..tutto cio’ che non ha radici

Porta verso quel cielo nero..fogli di vecchi giornali

L’inchiostro nero.. scivola lungo quella striscia di terra

lascia la sua scia..lascia una sua traccia

Le parole scritte..sono solo un ricordo

Domani la pioggia..ripulirà il nero delle parole.

                             

                                                                Cri

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“Click”

 

 

“Click”

 

Tremano le lunghe mani..tremano ogni qualvolta

la voglia di aprire quel cassetto e’ forte

La chiave quasi non gira più  

anche lei complice..di quel tremore

che piano piano..si appropria di quella figura..di quel corpo che.. 

oggi lentamente va alla deriva.

Lo scatto della serratura..apre uno spaccato di vita

Si vedono…volti..baci..carezze..promesse..sogni..amplessi..risate

si rivede l’amore!

Click..

Non trema più la lunga sottile mano

Il dolore del ricordo è ora chiuso..dentro.. a quel cassetto!

                                           Cristina

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“Grimilde”

 

 Alma Tadema

“Grimilde”

Grimilde e’ salita lassu’ nella torre del suo castello.

La luce della luna riflette nella gelida stanza

E’ sola nel preparare la giusta pozione per quel magico infuso.

Bacche.. ribes..aglio.. cipolla..ruta e rosmarino

Ha nelle mani..la piccola ampolla..

 ne versa il contenuto

Pronto è quell’elisir di lunga vita

Spossata e stanca si lascia cadere in un sonno profondo.

Mentre dalle sue mani fredde.. scivola la giusta pozione

di quel magico infuso

quell’elisir….quell’elisir di lunga vita!

Cristina/ 2008