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“La Strada”

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 “La Strada”

 

Perchè cammini  e non ti volti mai.

Perchè non guardi  con gli occhi dell’ amore.

Perchè non cerchi quella mano a te lontana.

C’è ancora strada se sei…tu,fortunata.

C’è quel sentiero tra rovi e biancospini

Fra cascine disfatte e abbandonate.

Con quel rigagnolo di acqua putrefatta

Quel cielo plumbeo.. pesante.

I corvi pronti ad aspettarti

tra le rovine di quella distruzione.

E… tu sei fortunata..bella mia

la strada è li’ ….davanti

Continua a non voltarti  MAI….

  

                                                           Cristina

 

 

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“Come Si Puo'”

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  ” Come si puo’ “

 

Dimmi… ..come hai fatto ad amarlo e amarlo ancora, così tanto..

Quell’uomo cosi’ mite e maledetto.

Io non lo so..all’amor non si comanda.

Non si chiede al cuore di  non scoppiarti dentro..

quando il suo sguardo dolce ed assassino..

ti sconquassa l’animo e il cervello

E fu così guardandomi sornione.

in quella hall a quell’appuntamento.

Con la mano stretta nella mia..

Gli occhi intriganti e appassionati

mi hanno fregato il cuore..

Cuore dannato e….e maledetto..

                                                                                Cristina

 

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“Libeccio”

      

            

“Libeccio”

 

Quel vento di libeccio alza la sabbia calda

in vorticosi mulinelli.

Da forza a quel verde mare che infrange i suoi flutti

nelle corrose viscere di scogli antichi.

Guardi la battigia fradicia

fra conchiglie rotte rami pregni di borraccina.

E tu sei li..immobile

la veste fradicia da quella pioggia..

che riga il tuo volto

Guardi lontano…cerchi l’orizzonte

quell’orizzonte..che non hai visto mai

Ma tu stai li.. impavida guerriera

aspettando che dall’orizzonte…celato alla tua vista

arrivi quel veliero abbandonato

Arrivi con quel vento di libeccio..

che anche la morte riesce a spazzar via!

                                                       Cristina

 

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“Schermo Piatto”

  

“Schermo Piatto”

 

Freddo..immobile

sul tavolino dell’ottocento..che era della nonna

Immagini colorate vociar gracchiante

di uomini..narcisi ed arrivisti

Guardi, cerchi.. ..cerchi i suoi occhi..

occhi tanto amati

Cerchi quel cenno..quel gesto..

che percepisci tuo.

E tu sei li’..vicina..

vicina a quella forma..rettangolare e piatta

Aspettando quel gesto..che percepisci tuo.

E tu sei lì..vicina..

vicina a quella forma..rettangolare e piatta

Aspettando quel gesto..

che percepisci tuo!!

 

                                                                       Cri

Abiezione

” Stracci”

 

 

 

“Stracci”

 

L’odore di stantio… la luce fioca di quella vecchia cantina

apre il mondo dei ricordi

Il cavallo a dondolo..

amico caro.. di lunghe passeggiate nei sogni bambini

La trottola

con i colori che portavano in mondi lontani

La scacchiera

con la Donna l’Alfiere il Pedone il Cavallo..

dove la lunga mano del babbo.scivolava lentamente.

Le pinne

scolorite dal salmastro del mio mare..

amiche di lunghe fughe lontano dalla riva 

Il vecchio mangiadischi grigio..

quante coppie ha fatto ballare

quante innamorare quante fanciulle piangere!

Adesso è lì.. in quel freddo cantuccio afono e senza vita

Ecco l’ho trovata

quella grande scatola gialla..

I fogli ingialliti dal tempo riportano la mente

dove il ricordo è dolore.

Foto.. ritagli di giornale date felici..date di addio.

Non c’è più spazio..in questa piccola cantina

per la vecchia scatola gialla

Chiusa la porta alle spalle

porto con me quel pesante fardello..

Ancora pochi passi e…….. dei fogli ingialliti

rimarra’ solo un ricordo!

 

                                                         Cri

addio[1]

“Solitudine”

 

 

“Solitudine”

 

 

A passo lento..

  percorri i pochi metri  che  ti separano da quell’auto

salutando i pochi ancora rimasti amici

scompari..Scompari

lasciando un cuore spezzato

Scompari portando nella griffata valigia

tristezza…occhi lucidirimpianti

Ti aspetta la nebbia..invadente..invasiva

Ti aspetta..la solitudine del cuore

Ti aspettano i giorni..che non volevi più!!

                                                                  Cri

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“Il Giorno”

 

 

 “Il Giorno”

 

Scorre veloce l’acqua che fu d’argento

trascina con se detriti..

che la foce  vomiterà nel mare sempre meno blu.

Guardi quella corrente..giu’ da quell’antico ponte

Gli occhi fermi.. occhi velati da lacrime amare..

amare come il fiele..che sbuzza dai pori..

di quel corpo che non risponde più..

agli stimoli di ormoni scatenati

Ha trovato l’oblio..

il tuo corpo tanto amato

adesso corre in quell’acqua..

fredda e putrida

va verso quella foce.. va verso quel mare

che adesso..lo vomitera’….!!

 

                                               Cri

 

 

 

 

 

tre

” La Stazione”


Monet's 'Le Train dans la Neige' 
” La Stazione” 

Cieli di nebbia fumosa affondano nella stazione
Li guardo e li respiro
Con quell’aria secca e collosa di salmastro
Che mi aggroviglia i pensieri

Non ci sono treni sui binari
Niente partenze
Niente arrivi
Nessuno ad aspettare

Ci sono solo io che guardo i sassi aguzzi
Che spuntano in mezzo alle rotaie arrugginite
Insieme a qualche mozzicone di sigaretta ucciso dal tempo che scorre

Insieme a fogli di carta sporca,
a bottiglie vuote di sogni
a binari morti da decenni e lasciati lì da una memoria costante

poco lontano c’è il mare
ci sono le conchiglie per sentirne il rumore
c’è la sabbia tagliente e la sua mano ancora vicina
ne avverto il calore

intorno ancora nebbia mista a salmastro
nessun fischio del treno
nessuno ad aspettare
nessun arrivo
solo il tempo che scorre senza che io l’avverta
nel silenzio di una stazione dimenticata dal mondo

Non serve girare lo sguardo
Schiudere le palpebre e provare a voltarsi di nuovo
Avvicinare l’orecchio all’asfalto per ascoltare stridere il mondo
Appoggiare la mano sui binari per sentire il calore del ferro veloce

C’è solo il freddo di una panca di pietra
E davanti a me solo ricordi.

Simona

 

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“Tempesta”

 

 

 

 

“Tempesta”

 

Giornata di pioggia 

 con il vento impetuoso che sradica dalla terra vecchia 

poveri alberi morti senza piu foglie

Solo rami stroncati e secchi alberi senza piu’ vita

Spazza nella sua corsa ..tutto cio’ che non ha radici

Porta verso quel cielo nero..fogli di vecchi giornali

L’inchiostro nero.. scivola lungo quella striscia di terra

lascia la sua scia..lascia una sua traccia

Le parole scritte..sono solo un ricordo

Domani la pioggia..ripulirà il nero delle parole.

                             

                                                                Cri

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“Click”

 

 

“Click”

 

Tremano le lunghe mani..tremano ogni qualvolta

la voglia di aprire quel cassetto e’ forte

La chiave quasi non gira più  

anche lei complice..di quel tremore

che piano piano..si appropria di quella figura..di quel corpo che.. 

oggi lentamente va alla deriva.

Lo scatto della serratura..apre uno spaccato di vita

Si vedono…volti..baci..carezze..promesse..sogni..amplessi..risate

si rivede l’amore!

Click..

Non trema più la lunga sottile mano

Il dolore del ricordo è ora chiuso..dentro.. a quel cassetto!

                                           Cristina